Il governo ha dato il via libera al decreto che introduce misure urgenti per implementare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, includendo tra queste il nuovo incentivo denominato Piano Transizione 5.0, che mira a promuovere investimenti in tecnologie avanzate capaci di generare risparmio energetico. A differenza del precedente Piano Transizione 4.0, che prevedeva la distribuzione del credito d’imposta in tre rate, il nuovo piano consente di recuperare il credito in un’unica soluzione.
Il Piano Transizione 4.0 rimane valido per gli investimenti che non portano a risparmi energetici o che risultano inferiori alle soglie stabilite dal nuovo piano.
Per il biennio 2024-2025, sono stati stanziati 6,3 miliardi di euro per finanziare il Piano Transizione 5.0, suddivisi in:
- 3,780 miliardi di euro per beni strumentali;
- 1,890 miliardi di euro per sistemi di autoproduzione e autoconsumo energetico;
- 630 milioni di euro per la formazione.
Per accedere all’incentivo relativo ai beni strumentali, è necessario investire in apparecchiature previste dagli allegati A e B del Piano Transizione 4.0, che devono contribuire a ridurre i consumi energetici dell’azienda di almeno il 3% o del 5% nei processi interessati dall’investimento.
Il decreto espande la gamma di software e sistemi ammissibili agli incentivi, inclusi quelli per il monitoraggio energetico e l’efficienza.
Per l’autoconsumo e autoproduzione di energia, gli investimenti devono superare i 40.000 euro e riguardare beni strumentali nuovi, escludendo le biomasse e incluse soluzioni per lo stoccaggio dell’energia.
I moduli fotovoltaici godono di un incentivo specifico se prodotti nell’UE e con un’efficienza minima del 21,5%, con maggiorazioni per celle di efficienza superiore.
Le spese di formazione del personale sono ammissibili fino al limite del 10% degli investimenti in beni strumentali e per l’autoproduzione energetica, con un massimo di 300.000 euro.
Alcuni settori sono esclusi dagli incentivi per la formazione, in linea con il principio “non arrecare danno significativo” (DNSH).
Tutte le imprese che investono in Italia rispettando determinate condizioni possono beneficiare del credito d’imposta, escluse quelle in difficoltà o sanzionate.
Il termine ultimo per godere dell’incentivo è fissato al 31 dicembre 2025, sia per completare gli investimenti che per ottenere la certificazione necessaria.
Esistono regole specifiche per la restituzione del credito d’imposta in caso di cessione dei beni agevolati o se questi vengono destinati a usi diversi da quelli aziendali.
Il credito d’imposta Transizione 5.0 può essere combinato con altri incentivi, purché non si superi il costo sostenuto e non sia cumulabile con incentivi del Piano Transizione 4.0 o della ZES unica.
Infine, verrà emesso un decreto entro 30 giorni dall’approvazione del decreto Pnrr per regolamentare aspetti operativi e procedurali del Piano Transizione 5.0.
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